Il fabbisogno della comunità non ha mai causato nel tempo uno sfruttamento eccessivo dei boschi, tale da comprometterne l’esistenza.
Il taglio del leg">
Il fabbisogno della comunità non ha mai causato nel tempo uno sfruttamento eccessivo dei boschi, tale da comprometterne l’esistenza.
Il taglio del legname era sempre commisurato alla produttività dei boschi e alle strette esigenze delle famiglie regoliere, in minima parte al commercio.
I governi veneziano e asburgico avevano codificato alcuni sistemi di gestione dei boschi e adottato diversi metodi di taglio, mutuando gli usi e le consuetudini delle popolazioni locali.
Il primo piano forestale fu redatto nel 1887, con la suddivisione della superficie boschiva in unità produttive, le particelle.
A differenza di altre località dolomitiche, dove venivano tagliate a raso ampie zone di bosco, in Ampezzo, Cadore e Comelico, è stato da sempre utilizzato un criterio di scelta mediante marchiatura degli alberi da abbattere.
Gli obiettivi e i metodi di taglio sono rimasti immutati per molti secoli. In tempi recenti vengono considerati anche gli aspetti naturalistici e paesaggistici, in linea con le nuove funzioni che il bosco ha assunto.