In occasione della Giornata della Memoria, numerose e di vario genere sono state le commemorazioni. Tra queste anche l’inaugurazione, a Trieste, di una mostra di disegni che il pittore sloveno Anton Zoran Music realizzò durante il periodo di deportazione a Dachau (18 novembre del 1944 - 5 giugno 1945).
La ferita inferta dagli orrori visti lasciò una traccia indelebile nell’animo dell’artista, espressa poi non solo nel ciclo “Nous ne sommes pas le derniers” (“Noi non siamo gli ultimi”), dove recupera le dolorose immagini dei disegni realizzati a Dachau, traducendole in pittura, ma in tutta la sua produzione.
La mostra “Dal modo intero al cuore del mondo. Balsamo dialoga con Music”, curata dal prof. Vittorio Sgarbi e visitabile presso il Museo Mario Rimoldi, alla Ciasa de ra Regoles di Cortina d’Ampezzo, racconta anche quel Music. Oltre alle vedute di Venezia, ai paesaggi dalmati e senesi, con cavallini o asinelli, ai motivi i rocciosi e vegetali, il visitatore s’imbatte anche nell’orrore di quei “non ultimi”, che Music mai dimenticherà.
Un tale, struggente sentimento impregna tutta l’opera artistica di Music, da cui continua ad affiorare l’esperienza del prigioniero numero 128231 di Dachau. Anche i rosa e i viola dell’enrosadira, che Music poté apprezzare spesso in compagnia dell’amico pittore Renato Balsamo, ne risultano influenzati. Le opere esposte, appartenenti alle Collezioni Trieste e Rimoldi, svelano infatti equilibri cromatici simbolici, in un profondo accordo fra spirito del pittore e il suo pennello.
A chi gli domandava cosa ci fosse al di là delle sue tele Music rispondeva: “Oltre c’è il profondo. Il luogo dove non si spiegano le cose, una specie di nebbia dov’è difficile muoversi”. Anche Dachau appartiene a quell’Oltre arcano che mai si è interrotto: Armenia, Ruanda, ex Jugoslavia, Cambogia, Tibet, Afghanistan Iraq … Il profetico “Non siamo gli ultimi” appunto.
L’opera artistica di Music va avvicinata in punta di piedi, con quella delicatezza che l’amico pittore Balsamo, ricordato quest’inverno dalle Regole d’Ampezzo, sempre gli riservò.
La mostra è aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 15.30 alle 19.30, fino al 2 aprile.