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Il collezionista Mario Rimoldi

Biografia essenziale: 1900-1929

1900: Nasce il 13 aprile a Cortina d’Ampezzo da Antonio Rimoldi e da Sabina Caterina Zangiacomi.

1921: A Roma, studente nella Scuola Alberghiera, comincia a frequentare gli ambienti artistici. «Investe i suoi risparmi in oggetti da soprammobile, poi passa a qualche bronzetto, a qualche timida tela» (Zangrando). I suoi gusti sono per ora orientati verso l’arte dell’Ottocento: Irolli, Morelli, Gigante ecc. (intervista a Rimoldi di Paolo Rizzi).

1923: Tornato a Cortina, apre a Villa Esperia in Corso Italia una Agenzia turistica (Garage Centrale) col fratello Arturo e altri soci. Riempirà l’ufficio di quadri tra i commenti ironici dei compaesani. Assume come segretaria la signorina Alma Apollonio che lavorerà nell’Ufficio con zelo esemplare fino alla morte di Mario Rimoldi, occupandosi anche della collezione.

1929: Conosce per la prima volta [tramite Giorgio Zamberlan] Filippo de Pisis (intervista a Rimoldi di Paolo Rizzi), che dal 1924 villeggiava in Cadore.

1930-1939

1930: Possiede già una discreta raccolta «con un nucleo di quadri di de Pisis ancora enigmatici agli occhi comuni» (Comisso, riportato da Sergio Beer). «Farà, d’ora in poi, continui viaggi a Milano, a Roma o a Parigi per comprare, selezionare, aggiornarsi» (Renato Giani).

1937: de Pisis alloggia all’Hotel Corona di Mario e di Arturo Rimoldi. Dipinge la Chiesa e il Campanile di Cortina (dipingerà lo stesso soggetto più volte negli anni successivi). Mario Rimoldi compra il quadro per mille lire, la somma più alta da lui spesa per un de Pisis.

1938: Stringe sempre più amicizia con de Pisis. Il 27 luglio gli spedisce a Parigi, 7 Rue Servandoni, la seguente lettera: «Sono felice di poterLe significare di essere detentore di ben 11 meravigliose opere DE PISIS. [...] Quante volte le stesse le avrei potuto vendere, guadagnandoci un bel po’. Non riesco a privarmi per nessun conto. Ho raggiunto una collezione di circa 200 opere fra eccelse, buone e di pessimo gusto. Mi permetto significarLe infine che dopo lunghi anni di personale esperienza negli acquisti, mi sono finalmente orientato e ben orientato nella scelta di opere di Artisti Contemporanei. Mi piacciono infinitamente le opere di Soffici, de Chirico, Carrà, Ravenna, Mucchi, Tomea, ecc. Posseggo qualche opera di Juti Ravenna, Da Venezia, Cancian, Mancini, Verni, ecc. Le opere migliori però sono sempre quelle del DE PISIS, per la loro pittoricità e per la addimostrata loro sensibilità, cultura e intelligenza». A queste espressioni di entusiastica devozione de Pisis così risponde il 2 agosto 1938 da Château d'Argenteuil Fleurance (Gers): «Caro Signore e Amico, ricevo qui la sua bella lettera che mi fa piacere. Sono lieto che la mia povera arte Le dia qualche gioia. Anche qui lavoro talora con delizia, ma anche con non poca pena. Il paesaggio à un carattere molto diverso dalle Marmarole “care al Vecellio” (Carducci) ma pure interessante. Non potrò venire a Cortina ora perché debbo andare a Cannes e poi a Venezia, ma mi piacerebbe venire quest’inverno per un mese. Non ò mai dipinto “la neve” e potrei fare cose interessanti».

1939: Il ministro Bottai inaugura il 10 settembre al Palazzo della Ragione di Bergamo la “Mostra del paesaggio nazionale e bergamasco” organizzata dall’Unione Provinciale Professionisti e Artisti. Al quadro Chiesa di Cortina di de Pisis inviato da Mario Rimoldi, viene assegnato il secondo premio di lire diecimila. Per quanto riguarda questa importante opera, in una lettera da Parigi (7 Rue Servandoni) del 24 giugno 1939, de Pisis scriveva al Rimoldi: «Caro Amico, mi permetto di chiederLe un favore, occorrendo il suo gentile interessamento per la mia pittura, vale a dire di mandare entro il 15 agosto 39 XVII a Bergamo (Piazza Vecchia - Palazzo della Ragione) per un concorso uno dei miei paesaggi che Ella possiede “La Chiesa di Cortina”». La risposta di Rimoldi del 27 giugno ha un tono piuttosto preoccupato e guardingo: «Non avrei eccessive difficoltà inviare al Comune di Bergamo, a spese di quest’ultimo, il quadro più prez[ioso] della mia collezione, “La Chiesa di Cortina”. Naturalmente, prima di passare alla spedizione di tale importante Sua opera, mi riservo di scrivere al Comune di Bergamo, perché l’opera mi sia diligentemente sorvegliata, garantita in misura equivalente all’importanza che attribuisco io l'opera contro il sinistro dell'incendio, del furto e di altri eventu[ali] possibili danneggiamenti». Nell’apprendere la notizia del secondo premio assegnato alla Chiesa di Cortina (il primo di L. 20.000 fu assegnato a Venezia sotto la neve di Pio Semeghini), de Pisis scrive a Rimoldi: «Caro, scusa il mio silenzio, ma questa “adorabile” cittadina [Vicenza] mi à preso col suo charme e ò continuato a lavorare con la bella lena dei primi giorni di Cortina. Ora la rimpiango e soprattutto la buona aria fresca! qui una settimana fa si moriva dal caldo: e poi spesso vi è un afa che voialtri beati abitatori delle Dolomiti, non conoscete. Ieri sera la padrona dell’albergo (ò una bellissima camera!) mi à mostrato il Corriere con l’annuncio del premio dato alla “Chiesa di Cortina”. È ridicolo pensare che il I premio è stato dato a un pittore buono sì, ma che, tu lo sai bene, non à nulla a che fare con il grosso, graaande Pippo. Piovene, critico intelligente, lo fa ben sentire fra le righe del suo articolo e cita primo fra tutti il tuo quadro [...] Ho fatto una tela “Piazza delle Erbe” con il mercato che è certo una delle mie più patetiche e delicate». L’attaccamento di Mario Rimoldi per la Chiesa di Cortina ebbe, senza dubbio, un valore anche contenutistico-affettivo. Lo dichiarerà egli stesso a Paolo Rizzi in una intervista del ’68: «Guardi questo capolavoro che è la “Chiesa di Cortina”. A quel tempo l’ho pagato mille lire, il massimo che abbia mai pagato per un quadro suo. Poco fa mi hanno offerto otto milioni, ma non lo cederei nemmeno per venti. È un quadro che ho qui di fronte da trent’anni e mi piace sempre di più. Non saprei staccarmene. Un collezionista si sente un po’ come il padre dei suoi quadri». Rimoldi acquista “Il Seminatore” e “I Falciatori” di Egger Lienz (lettera a de Pisis del 2 ottobre). Queste opere, insieme con altre (una decina in tutto), gli saranno prelevate, per ordine di Goering, dal Ministero della Cultura Popolare germanico. Chiede, infine, a de Pisis di procurargli, a buone condizioni, uno Spadini, Signorini e Mancini: «Lega l’ho trovato» (lettera del 29 novembre).

1940-1949

1940: La collezione Rimoldi diventa sempre più celebre. Comprende circa 700 opere d’arte tra cui figurano oltre 150 tele di de Pisis, de Chirico, Morandi, Carena, Campigli, Carrà, Tosi, Sironi, Casorati, Ravenna, Semeghini, Rossi, Severini, Guidi, Paulucci, Soffici, Capogrossi, Springolo e molti altri. de Pisis gli scrive da Rimini (Albergo Montefeltro) il 24 luglio chiedendogli «di spedire al dott. Ragghianti, Piazza Calderini 4 a Bologna da parte mia tutte le fotografie che ài fatto fare dei miei quadri e di fare eseguire le fotografie delle figure (teste etc) che tu possiedi. Vuole fare un articolo importante e citerà te e la tua raccolta, il che fa sempre bene». Il 7 agosto Rimoldi così lo rassicura: «Non mancherò di fare tenere fra qualche giorno delle fotografie dei tuoi meravigliosi dipinti al Dott. Ragghianti di Bologna per l’articolo che vorrebbe fare sui tuoi dipinti. Avrò molto piacere se oltre al resto citerà anche della mia raccolta, la quale ora è composta in primissima linea di oltre 150 delle tue splendide opere, una più bella dell’altra. Io sono, come lo sai, un fervente ed appassionato ammiratore delle tue cose e della tua illuminata sapienza». Nell’ottobre Rimoldi mette a disposizione di Cortina la sua collezione per il periodo delle grandi adunate sportive dal 1941 al 1944. Questa offerta darà il modo di organizzare una grande mostra d’arte italiana contemporanea.

1941: Ospitata nella sala del Municipio, s’inaugura la prima “Mostra italiana del Collezionista” (gennaio-febbraio 1941): protagonista la collezione Rimoldi. [Il prof. Ferdinando Forlati, con i consigli del critico d’arte Giulio Carlo Argan, dirige i lavori di selezione delle opere] La presentazione è di Giovanni Comisso. Eccezionale il numero dei visitatori: «segno quindi che l’arte moderna incomincia a far breccia nella grande massa degli italiani» (Gaifas jr). La Mostra, patrocinata dall’Azienda di Soggiorno e Turismo [e organizzata dal locale Ufficio stampa, sotto l’egida del Ministero dell’Educazione Nazionale], è una specie di prova generale che prelude alla più importante “Mostra dei collezionisti” realizzata nell’agosto. de Pisis vi è presente con 43 olii. Per l’occasione viene pubblicato in 150 esemplari il catalogo: “Raccolta d’arte moderna di Mario Rimoldi”, Cortina, 1941, con presentazione di Giovanni Comisso. L’8 marzo a Trieste, nella Galleria del Corso, si apre la “Mostra del Collezionista”. La sezione più importante è costituita dalla collezione Rimoldi già esposta a Cortina in anteprima nel periodo gennaio-febbraio. de Pisis è l’attrattiva più forte della mostra. Per Rimoldi l’avvenimento si risolve in un trionfo e costituisce per la città di Trieste una vera e propria rivelazione. Questo tripudio del collezionismo ha la sua massima espressione in Cortina d’Ampezzo dove, il 10 agosto, s’inaugura la “Mostra dei Collezionisti” [presso il Palazzo Duca d'Aosta], promossa dall’Azienda di Soggiorno sotto l’egida del Ministero dell’Educazione Nazionale e con l’appassionato appoggio personale di Giuseppe Bottai. Ideatore e iniziatore della manifestazione, prima del genere in Europa, è, tra gli altri, Mario Rimoldi. Ne scrive Giorgio Zamberlan in Il Mercante in camera. Sul significato e sull’importanza della mostra scriverà Pallucchini nel ’51: «Dieci anni fa, mentre già nell’Europa era scoppiata la tempesta, a Cortina si teneva la mostra delle collezioni d’arte contemporanea. Cortina con tale rassegna, che schierava le opere appartenenti ad una ventina di collezioni, affermava la sua fiducia nei valori dello spirito». Partecipano alla Mostra venti collezionisti con 526 opere di 76 artisti, selezionati da una Commissione composta da Nino Bertocchi, Ferdinando Forlati, Vittorio Moschini, Rodolfo Pallucchini e Andrea Pais, segretario. Collabora anche Argan con qualche consiglio. Quattro i collezionisti di Cortina presenti alla mostra: la contessa Murari della Corte Brà, Sisto Colle, Mario Giacobbi e Mario Rimoldi. La Mostra è dotata dal Ministero dell’Educazione Nazionale di tre premi considerevoli destinati ai collezionisti per complessive L. 50.000, cui si aggiunge un Premio Cortina di L. 15.000 da assegnarsi all’opera migliore e da dividersi in parti uguali tra il collezionista e l’autore dell’opera. I premi sono così assegnati: L. 20.000 al signor Alberto Della Ragione di Genova; L. 15.000 al signor Carlo Cardazzo di Venezia; L. 10.000 a Mario Rimoldi; L. 5.000 a Carlo Cornelio Suppo di Genova. Il Premio Cortina viene assegnato a Natura morta di Giorgio Morandi, della collezione di Attilio Vallecchi, l’editore. Vengono in sostanza premiati i collezionisti presenti con il maggior numero di opere significative. Nell’ottobre Mario Rimoldi viene nominato dal Ministero dell’Educazione Nazionale, Presidente della R. Scuola d’Arte di Cortina in sostituzione del Presidente uscente ing. Angelo Bocci. Da quel giorno la Scuola d’Arte si arricchisce - fatto unico negli annali della scuola italiana - di gran parte dei quadri di Rimoldi. Nella stessa scuola, infine, potranno lavorare pittori amici di Rimoldi (de Pisis, Sironi, Campigli, Music, Bergonzoni e altri). Elabora un progetto tecnico e giuridico inteso a erigere la collezione a fondazione o ente morale.

1946: Il 29 luglio de Pisis raccomanda Music a Rimoldi: «Caro Amico, ti presento il pittore Music. Merita d’essere appoggiato. Compra qualche sua opera per la tua collezione sono certo che saliranno sempre. A’ avuto di recente un premio alla “Colomba” e io gli ò dedicato una monografia che ti mostrerò».

1948: Una galleria di Londra offre a Rimoldi 60 milioni per l’acquisto di un gruppo di tele di de Pisis (intervista a Fiorello Zangrando). Analoghe offerte gli perverranno da New York e persino da Mosca.

1949: Sostiene l’istituzione, da parte di Maria Luisa Astaldi, del Premio “Cortina-Ulisse” da assegnare a un’opera di divulgazione scientifica «nella convinzione che la cultura debba essere strumento comune di civiltà e di vita e non patrimonio o retaggio di privilegiati». Mario Rimoldi è stato sempre convinto che Cortina dovesse distinguersi per un premio ad alto livello, sul tipo del Viareggio o dello Strega. Nelle manifestazioni del conferimento del premio sarà «sempre presente, ascoltato, seguito» (Renato Giani).

1950

1950: È tra i fondatori del Circolo Artistico di Cortina d’Ampezzo che viene ufficialmente inaugurato il 5 agosto nella sede del Palazzo Ariston [L’attività stagionale del Circolo era piuttosto ricca di manifestazioni di prim’ordine, fra cui conferenze, mostre, concerti…]. Per l’occasione viene allestita una Mostra di pittura contemporanea della Galleria Rimoldi (circa 70 pezzi) presentata da Rodolfo Pallucchini. Il 20 agosto nasce l’idea del Premio Parigi. Trascriviamo dal Verbale della Seduta Costitutiva: «Il giorno 20 agosto 1950 alle ore 15 si trovano riuniti a Cortina d’Ampezzo i Signori Pittore Massimo Campigli, Prof. Luigi Ferrarino, Sig. Mario Rimoldi, Pittore Mino Rosi, Pittore Mario Sironi, per discutere della possibilità di istituire a Cortina d’Ampezzo un Premio biennale di Pittura e Scultura denominato Premio Parigi. La proposta viene avanzata dal Prof. Luigi Ferrarino nella sua qualità di Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. Detto Premio, che verrà offerto dall’Ambasciata d’Italia, consisterà nella organizzazione di una mostra personale di pittura e di una mostra personale di scultura che i vincitori terranno a Parigi durante l’autunno-inverno 1951, presso una delle maggiori gallerie di Parigi; una pubblicazione Catalogo a carattere monografico sugli autori premiati; un viaggio e permanenza a Parigi dei premiati stessi per la durata di un mese. L’Ambasciata italiana in Francia si impegna di formare una commissione giudicatrice di illustri pittori, scultori e critici d’arte francesi i quali si trasferiranno a Cortina d’Ampezzo per il lavoro di scelta e di proclamazione dei vincitori, e vi soggiorneranno una settimana. I convenuti delegano alla Presidenza del Comitato di Organizzazione il collezionista Mario Rimoldi il quale, aderendo all’iniziativa, dispone immediatamente di istituire un Premio Acquisto aggiunto denominato “Premio Rimoldi” e di promuovere la creazione di altri eventuali premi aggiunti da parte di Autorità ed Enti locali e provinciali». Nel novembre Rimoldi, che possiede ormai più di mille opere, sposa Rosa Braun, originaria di Bolzano, che gli sarà fida e discreta compagna fino alla morte. Di Rosa Braun esistono due bellissimi ritratti firmati da Campigli e da Sironi. A lei Rimoldi lascerà in eredità una parte cospicua della sua raccolta e tutti i suoi libri d’arte, e sarà lei a donare generosamente alle Regole d’Ampezzo ben 170 opere di 87 artisti (comprese anche opere di grafica e di scultura), la biblioteca e preziosi documenti editi ed inediti, permettendo così la nascita della Galleria d’Arte Moderna “Mario Rimoldi”, inaugurata ufficialmente nell’agosto 1974. Si realizzerà così un progetto vagheggiato senza esito dallo stesso Rimoldi.

Rimoldi organizza nel dicembre una Mostra di Sironi, senza però informarne tempestivamente l’amico pittore. Sironi gli scrive rammaricato: «Caro Rimoldi, ho avuto il giornale di Cortina con la notizia della mia mostra ma non mi è giunta una sua parola che pure mi sarebbe stata tanto cara. Si vede che Lei ha avuto tanto da fare e non ha ricordato il vecchio amico tra le sue dure sofferenze! [...] Sono tanto triste di non poter venire a Cortina e di sapermi lontano e chiuso da quel mondo che ho tanto amato.! A Lei, caro Rimoldi, ai tuoi, il mio saluto e il desiderio di essere ricordato anche se purtroppo il mio duro destino mi incatena le mani! Non so pensare che Lei si dimentichi di me! È troppo triste». La Mostra, inaugurata il 1° dicembre dal Ministro di Grazia e Giustizia on. Attilio Piccioni, sarà poi trasferita a Parigi e a Londra.

1951

1951: Rimoldi viene eletto sindaco di Cortina d’Ampezzo e conserverà la carica sino al 1956. Entrato assai giovane nella vita pubblica, egli è stato Membro del Comitato di Soggiorno e Turismo di Cortina, Membro del Consiglio dell’E.P.T., Presidente della “Unione Gente Italica”, Presidente del “Corpo Musicale di Cortina”, Membro del C.L.N., Fondatore, come abbiamo visto, del “Circolo Artistico e Culturale” di Cortina, Presidente della Scuola d’Arte Industriale, Ispettore onorario ai Monumenti e Scavi per l’Ampezzano, il Cadore, il Comelico, lo Zoldano ecc. L’8 gennaio propone, insieme con il Comitato, che il Circolo Artistico, tenuto conto della sua intensa attività culturale, sia trasformato in Ente Culturale Cortinese sotto l’egida del Comune e degli organismi turistici. Sabato 28 luglio, alla presenza dei rappresentanti dei Governi francese e italiano, s’inaugura nella sede della ex Scuola Popolare “Duca d’Aosta”, la Rassegna Nazionale d’Arte “Premio Parigi 1951”. Mario Rimoldi è Presidente del Comitato Esecutivo. Le opere esposte (un centinaio di pittura, una trentina di scultura), scelte da una Commissione italiana costituita da Massimo Campigli, Raffaele Carrieri, Felice Casorati, Virgilio Guzzi, Marino Marini, Rodolfo Pallucchini, Gino Severini, Mario Sironi e Mino Rosi, segretario, sono poi state giudicate da una Commissione francese composta da Marcel Arland, Jean Bouret, André Chastel, Frank Elgar, Fernand Léger, Jacques Villon, Ossip Zadkine (Léger non prende parte ai lavori) che assegna il Premio Parigi di pittura a Antonio Corpora e Zoran Music (segnalati Giuseppe Santomaso, Luigi Spazzapan e Renato Birolli), il Premio Parigi di scultura a Marcello Mascherini (segnalati Franchina, Giuditta Scalini e Aldo Calò). Carlo Sergio Signori riceve il premio fuori concorso. Zoran Music dovrà la sua affermazione europea anche al successo ottenuto alla Gallerie de France di Parigi.

Rimoldi caldeggia l’istituzione del premio letterario “Editore Cappelli” di Bologna per un libro sulla montagna [ed è ideatore del premio “Lerosa” di poesia] . Il 9 agosto, nella sala del Circolo Artistico, vengono conferiti il Primo Premio a Spiro della Porta Xidias per il libro “I bruti della Val Rosandra”, il Secondo Premio a Giuseppe Degregorio per “Cortina e le sue montagne”. Viene compilato il catalogo delle opere della raccolta Rimoldi sistemate nell’Hotel Corona.

1952-1957

1952: Organizza in gennaio una Mostra di Mario Sironi, in dicembre una Mostra di Giorgio de Chirico [entrambe presso il Circolo Artistico].

1953: de Chirico viene a Cortina per il Natale, fa dei disegni e compone una poesia “Natale” su Cortina.

1954: Comincia a dedicarsi, “anima e corpo”, alla organizzazione delle VII Olimpiadi Invernali. Riceve il diploma della onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” (24 maggio). Il 18 agosto, nel corso di una assemblea dei Soci del Circolo Artistico, in qualità di Sindaco assicura che farà tutto quanto è nelle sue possibilità per fornire al circolo i mezzi necessari di vita, confermando l’impegno del Comune di mettere a disposizione più degna sede nel nuovo palazzo che il Comune costruisce in condominio col Ministero delle Poste (dal Verbale dell’assemblea dei soci, in «Il Circolo Artistico di Cortina d’Ampezzo» di Remo Da Col).

1955: Come conseguenza di quanto sopra, il Comune di Cortina mette a disposizione del Circolo Artistico la nuova sede, ultimata immediatamente prima delle Olimpiadi. Acquista alla Quadriennale di Roma il celebre dipinto di Guttuso La zolfara che sarà inviato a Leningrado, per una mostra personale di Guttuso, e resterà esposto all’Hermitage per diversi mesi. Rimoldi rifiuterà dallo stesso Museo l’offerta di trenta milioni per l’acquisto del quadro.

1956: Le VII Olimpiadi Invernali segnano una tappa memorabile nella storia di Cortina. Rimoldi raccoglie attestati e riconoscimenti per quanto ha fatto per Cortina e per l’Italia. Il 30 agosto un decreto del Presidente della Repubblica lo autorizza a fregiarsi dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine Equestre di Sant’Agata, conferitagli dal Consiglio grande e generale della Serenissima Repubblica di San Marino con decreto 15 marzo 1956 «in omaggio e a riconoscimento delle benemerenze acquisite nella organizzazione dei VII Giochi Olimpici di Cortina». Si interessa perché lo scultore Claudio Trevi esegua il grande bassorilievo che adorna il Palazzo delle Poste progettato e realizzato dall’arch. Edoardo Gellner. Organizza, nella sala del Circolo Artistico [dal 10 al 31 agosto], una grande retrospettiva di de Pisis. La Mostra, che ha il profondo significato di un tributo di riconoscenza da parte di Rimoldi per l’amico artista recentemente scomparso, comprende circa 60 opere scelte fra le trecento della collezione Rimoldi, e molte dipinte a Cortina.

1957: Continuano a pervenirgli singolari riconoscimenti per il suo operato. Il 13 giugno Bruno Zauli, segretario generale del CONI, comunica al Sindaco di Cortina e per conoscenza al prefetto di Belluno (lettera trasmessa a Mario Rimoldi) che, «in occasione delle riunioni internazionali di Evian, la Commissione Esecutiva del Comitato Internazionale Olimpico ha rinnovato alla Delegazione del C.O.N.I. il più vivo elogio per la magnifica riuscita dei VII Giochi Olimpici Invernali svoltisi a Cortina d’Ampezzo nel 1956» ed esprime il più sincero apprezzamento per l’efficace collaborazione offerta dall’Amministrazione comunale presieduta da Rimoldi. Aldo Moro, Ministro della Pubblica Istruzione, gli telegrafa in data 22 agosto: «SONO LIETO COMUNICARLE CONCESSIONE DIPLOMA MEDAGLIA D’ARGENTO BENEMERITI SCUOLA CULTURA ET ARTE DELIBERATA DA PRESIDENTE REPUBBLICA SU MIA PROPOSTA. VIVISSIME CONGRATULAZIONI ET CORDIALI SALUTI».

1961-1972

1961: Organizza al Circolo Artistico una Mostra dedicata a Sironi (6 agosto-15 settembre) e comprendente quadri di Rimoldi, di Antonio Allaria e di altre collezioni private.

1962: Rimoldi ritorna nella Galleria Zamberlan a Venezia, dove aveva acquistato i suoi primi quadri, presentando nel catalogo una Mostra personale di Renato Balsamo. Viene approntato il primo inventario delle opere di Rimoldi.

1964: S’incontra con de Chirico a Roma, insieme con Rosa Braun e Renato Balsamo, per l’autenticazione di una ventina di tele del pittore. Durante il pranzo, de Chirico scrive una poesia dedicata a Rosa Braun.

1965: Si organizza una mostra di Cesetti [presso il Circolo Artistico] con tutte le opere di proprietà di Rimoldi. Lo stesso Cesetti, tornato a Cortina dopo molti anni, la inaugura di persona.

1966: Neri Pozza si fa interprete presso l’allora Ministro della Pubblica Istruzione on. Mariano Rumor perché la collezione Rimoldi possa trovare a Cortina una degna sistemazione. Si tratterebbe in sostanza di costruire, a carico del Ministero della Pubblica Istruzione e in parte delle Casse di Risparmio Venete, «un luogo che sia insieme museo e biblioteca e sede di riunioni per convegni culturali, teatro e sala da concerti».

1967: Il Centro d’Arte “Annunciata” di Milano chiede a Rimoldi le riproduzioni fotografiche di tutti i quadri di Carrà in suo possesso: saranno inserite nel Catalogo generale delle opere del Maestro. Guido Cadorin scrive a Rimoldi l’11 agosto inviandogli un articolo di J. Bouret a conclusione della sua mostra antologica a Venezia e coglie l’occasione per dichiarargli doverosamente: «Lei è stato il primo tra i grandi collezionisti ad acquistare e valorizzare la mia opera ed è perciò giusto che io di ciò Le renda testimonianza».

1968: Paolo Rizzi pubblica nel Gazzettino del 3 ottobre in terza pagina, un articolo («Modigliani nel cantuccio») in cui domanda: «Non sarebbe giusto rendere onore a questo grande collezionista allestendo una mostra?». Paolo Rizzi cerca successivamente di concretizzare il progetto, di cui aveva già parlato con Rimoldi durante l’estate, di «una mostra a Venezia della sua collezione, dedicata ai de Pisis, da allestirsi con tutta probabilità sotto Natale dal Comune a Ca’ Vendramin Calergi, nelle sale wagneriane, con il finanziamento del Casinò municipale». La collezione Rimoldi, sotto il capitolo “Collezionisti”, viene inserita nell’Annuario Internazionale delle Belle Arti redatto a Berlino Ovest.

1969: Il 12 luglio si inaugura a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, una importante “Mostra dell’opera pittorica e grafica di Filippo de Pisis” (6 luglio-21 settembre). Vi figurano quattro quadri appartenenti a Rimoldi: Le armature del Poldi Pezzoli, Viva Rimoldi, Paesaggio, La pastorale.

1972: Muore a Cortina d’Ampezzo il 23 luglio [Presenti al commiato le rappresentanze del Comune, dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, personaggi legati al mondo della cultura, della scuola, dello sport e numerosi amici artisti].