Sabato 22 aprile - ore 17.30
Inaugurazione della mostra
“LA POETICA DEL COLORE”
Esposizione retrospettiva dedicata alla pittrice Aldina Manaigo (1928-2010)
Presenta la professoressa Gabriella Ghedina
La mostra è organizzata e curata dagli amici dell’artista, insieme al figlio Sisto,
con la collaborazione del Museo Rimoldi
Sarà visitabile dal 19 aprile al 5 maggio 2023
Orari: 9.30-12.30/15.30-19.30
Ingresso libero
Aldina Manaigo
Nata a Cortina d’Ampezzo il 23 giugno 1928, già all’età di 12 anni, allieva presso la locale Scuola d’Arte, si distinse per i suoi originali dipinti e disegni, ma ancor prima per le delicate decorazioni di mobili in legno e quaderni. Iniziò a esporre nel 1968 partecipando a numerose collettive, in Italia e all’estero, e aggiudicandosi premi e riconoscimenti da parte del pubblico e della critica. Allestì con successo molte mostre personali. Espose a Milano, Bologna, Conegliano, Belluno, Roma, S. Margherita Ligure, Asti, S. Marino, Dobbiaco, Cossato (VC), Londra, Cheltman, Birmingham, Messina, Santhià, Monaco Baviera, Fiume Veneto, Calalzo, Lozzo, Celano (AQ), Pieve di Cadore, Campione d'Italia, Cervia, Bolzano e, spesso, nella sua Cortina (Circolo Artistico, Hotel Argentina, Galleria d’Arte 3D, Terrazza Cortina, Casa delle Regole…). Figura nella "Fondazione Cardinale Giacomo Lercato" di Bologna e in collezioni pubbliche e private italiane e straniere; è inserita in cataloghi d'arte italiani e stranieri.
Della sua pittura così scriveva l’artista Aldo Borgonzoni, in occasione di una personale tenutasi nel 1988 a Bologna, presso la Galleria d’Arte “La Piccola”: “La sua pittura si lega profondamente alla sua natura, fatta di fresca spontaneità, e appare vissuta in una intimità autobiografica dove i ricordi del passato si decantano al filtro della memoria per restituirci un racconto brulicante di umori e stagioni. Sono, infatti, i temi da lei preferiti i paesaggi con alberi, i prati, i fiori, còlti dall’alto, quasi a volo d’uccello, dove la grazia del colore e dell’arabesco si stempera in ritmi di luce calda che rivelano la vena struggente della sua natura nostalgica e lirica”.
Ma già precedentemente il giornalista Rolly Marchi, in occasione di una mostra tenutasi nel 1978 al Circolo Artistico di Cortina, aveva colto nel segno: “Fa sentire la magia dell’autunno, la poesia di alcune orme buzzattiane rimaste nel silenzio della bianca distesa, il vigore di uno spaccato dolomitico estivo nel viola di un tramonto che è mistero e quindi – mi si perdoni la libertà – potrebbe essere anche la superficie di un lago. E a questo punto sembra che Aldina, conscia o inconscia, non lo so, sia una benemerita di Italia Nostra. Le sue luci sfumate, il rosso dei rododendri, la neve e i cieli di cobalto, sono la costante di una speranza che vuole la natura assolutamente vincente. Non è poco, anzi”.
Aldina si spense nel novembre 2010 e il professor Roberto Pappacena, che da poeta ne aveva compreso l’animo oltre la tela, la ricordò con alcuni versi che lei stessa aveva scritto di sé: “Se non dipingo, l’anima mia non respira…Trascina il mio corpo in un abisso senza fine … Sto vivendo, dipingo, respiro… Creo, cerco, scavo dentro di me… soffro, gioisco. L’anima mia si evolve, rinasce a nuove speranze”.
Aldina sosteneva che la pittura è una “poesia muta”. Chi passerà al Museo Rimoldi avrà l’opportunità di “ascoltare” con gli occhi i sui versi garbati, ma così densi di energia e di gioia di vivere.
Vi aspettiamo numerosi.