La mostra nasce con l’intento di ricordare la prima “Mostra Italiana delle Collezioni d’Arte Contemporanea”, voluta e supportata dal Ministero dell’Educazione Nazionale, che si svolse a Cortina d’Ampezzo nell’agosto del 1941.
L’organizzazione di tale, importante evento spettò al collezionista Mario Rimoldi, il quale da sempre aveva incoraggiato i giovani pittori e, nel gennaio dello stesso anno, aveva esposto la propria collezione a Cortina, con l’appoggio del Ministro dell’Educazione Giuseppe Bottai, sempre fiducioso negli artisti del suo tempo.
Obiettivo dell’evento fu sin da subito la valorizzazione delle collezioni d’arte contemporanea, spesso sconosciute al pubblico, e l’incoraggiamento alla formazione di nuove raccolte.
Secondo il bando di concorso emesso da Bottai, i collezionisti poterono prendervi parte esclusivamente con opere di autori italiani contemporanei. Furono selezionate 526 opere di 76 artisti su 854 pervenute. La qualità delle opere confermò il meglio delle possibilità artistiche dell’Italia di quegli anni e documentò il rinato interesse del collezionista privato nei confronti dell’arte italiana moderna. Ciò fu confermato da un numero eccezionale di visitatori.
La mostra si snoda sui tre piani del Museo Rimoldi:
Piano Terra: “Innamorarsi”
Ricostruzione dell’ambiente storico e culturale di Mario Rimoldi, non solo con alcune opere della Collezione, ma con immagini, oggetti, scritti e quanto possa meglio introdurre il visitatore nel tempo e nello spirito del Collezionista.
Primo piano: “Il Contemporaneo oggi”
Nell’intento della “Mostra Italiana del Collezioni d’Arte Contemporanea” del 1941 e nello spirito dello stesso Mario Rimoldi, che entrava in contatto diretto con gli artisti, sono presenti opere di autori contemporanei, di proprietà di collezionisti privati e galleristi, provenienti da tutta Italia.
Secondo piano: “Il Contemporaneo ieri”
Sono esposte le opere della Collezione che più evidenziano come Rimoldi sia stato un acuto precursore nella scelta degli artisti. Indicative, in tal senso, le possibili relazioni con molte opere attuali. Una sezione particolare è poi dedicata a Filippo de Pisis, grande amico del Collezionista, costituita da opere della collezione e non.