Il nostro Museo ricorda i cinquant'anni anni dal primo allunaggio di un essere umano attraverso le suggestioni del pittore Giovanni Soccol, che ben si accompagnano alle emozioni suscitate dallo straordinario avvenimento di quel 20 luglio 1969. Ed è proprio la pallida luce dell’astro d’argento che possiamo ritrovare nei cicli pittorici dell’artista veneziano.
La mostra antologica "Chiaro di Luna", a pochi mesi di distanza dalla Personale veneziana tenutasi presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, mette a fuoco le principali tematiche che sono state oggetto della sua produzione pittorica nell'ultimo ventennio.
Comune denominatore dei diversi cicli che si sono succeduti in questi anni è l’atmosfera notturna che avvolge i diversi soggetti, caratterizzati da sapienti giochi di luci ed ombre, che ne accentuano la velata ambiguità di immagini-metafore: i Firmamenti, fitto agglomerato di stelle che si distribuiscono nella volta celeste; le Maree, falci lunari sospese sul mare, tra cui il grande Trittico esposto nel 2011 alla 54° Biennale Internazionale d'Arte di Venezia; i Teatri e i Labirinti d’Invenzione, due classici modelli architettonici caratterizzati da taglienti giochi di luci ed ombre; le Petroliere, inesorabili mostri metallici che appaiono nel chiarore lunare; le Dormienti, enigmatiche figure femminili addormentate sotto il raggio lunare, in un grande letto il cui panneggio ambiguamente rimanda alle onde del mare.
Una mostra che, con le sue luci pacate, non mancherà di accendere emozioni e riflessioni, così come la luna, sin dalla notte dei tempi.
Giovanni Soccol
Giovanni Soccol è nato a Venezia nel 1938.
Inizia a dipingere nei primi anni ’50, partecipando alle mostre collettive della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Frequenta in quegli anni gli studi dei pittori Ilse Bernheimer, Gennaro Favai e Guido Cadorin. Nel 1956 si iscrive alla Scuola Libera del nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1967 si laurea in Architettura con Carlo Scarpa. Nel 1969 è chiamato all’Accademia di Belle Arti di Venezia ad insegnare Arredo Scenico. Da quella data ha inizio un lungo sodalizio con Mario Deluigi, al quale succede nel 1974 alla cattedra di Scenografia presso la medesima Accademia, cattedra che terrà fino al 1997.
Durante gli anni ‘70 Soccol si dedica, oltre che alla pittura, anche all’architettura di interni ed alla scenografia, sia per il teatro che per il cinema, vivendo tra Venezia, Roma e Parigi. Importante in quel periodo il rapporto con il pittore francese Léon Gischia e con Zoran Music.
Dopo la mostra antologica svoltasi nel 1986 nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara, decide di concentrarsi unicamente sulla pittura. A una prima ricerca nel campo dell’astrazione geometrica, seguono cicli pittorici le cui tematiche si arricchiscono di motivi simbolico-figurativi; con le Petroliere (1994-1999), le Battige, le Maree (2000-2013) e i più recenti Teatri e Labirinti d’invenzione. Nel 2017 il Museo del Paesaggio di Torre di Mosto (VE) gli ha dedicato una grande mostra antologica in occasione del cinquantenario della sua attività, cui è seguita un’esposizione personale delle ultime sue opere alla Galerie BOA di Parigi. Nei primi mesi del 2019 la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia allestisce una sua mostra personale incentrata sui temi dei Labirinti d’invenzione e dei Teatri.
La mostra sarà inaugurata domenica 4 agosto alle ore 18.00 con la presentazione del prof. Franco Miracco. Sarà presente l'artista.
La mostra sarà visitabile dal 1° agosto al 6 ottobre 2019 nei seguenti orari:
10.30-12.30 / 16.00-20.00
Per informazioni:
0436/2206
museo@regole.it