Per scoprire o riscoprire nell’opera d’arte il piacere del “sentire”, non solo dato dal tu per tu con un rassicurante Paesaggio alla De Zanna, percepito attraverso lo sguardo, ma anche trasmesso ad esempio dall’incontro con le Rose di De Chirico o le Candele di Tomea: il fruitore vede e annusa, chiude (gli occhi) e immagina. Lo stesso avviene al cospetto del Concerto di Campigli o nel Tumulto delle ultime ore di Alis Levi: non si può impedire all’orecchio di percepire il suono della scena o di immaginare i toni di ciò che sta avvenendo. L’arte - qualsiasi sia il mezzo attraverso cui si manifesta - parla, solletica, stuzzica, tocca, risponde, accarezza, e non agisce mirando unicamente allo sguardo, ma coinvolgendo il sentire nella sua interezza, ricordando come vi sia un sesto senso che va oltre la pura e semplice esperienza visiva o uditiva, tattile o olfattiva.