Volos (BOx), 1888 - Roma (RM), 1978
Joseph Maria Albertus Georgius de Chirico nasce a Volos in Tessaglia e qui impara i primi rudimenti della pittura con il maestro Mavrudis, quindi con Carlo Barbieri e lo svizzero Jules-Louis Gillièron. Nel 1899 si trasferisce con la famiglia ad Atene, dove s'iscrive al Liceo Gesuita nel 1903 e al Politecnico, contemporaneamente continua a frequentare corsi di disegno e pittura. Dopo la morte del padre nel 1906 lascia la Grecia e si reca prima in Italia con soggiorni a Roma, Venezia e Milano, quindi si stabilisce con la madre e il fratello Andrea (Alberto Savinio) a Monaco di Baviera, dove s'iscrive all'Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Von Hackl e Carl von Marr. Alterna soggiorni a Monaco e Milano nel 1909 e si sistema definitivamente nella città lombarda. In questi anni sono numerosi gli spostamenti in altre città italiane a Roma, Torino e Firenze, dove nel 1910 affronta per la prima volta la tematica "metafisica". Nel 1911 raggiunge la madre e il fratello Andrea a Parigi, dove l'anno seguente espone per la prima volta al Salon d'Automne. Nel 1913 partecipa al Salon des Indèpendent, cui parteciperà anche nel 1914; è notato dai critici e soprattutto da Picasso e Apollinaire, che lo presenta alla mostra allestita nel suo studio e gli fa conoscere il gallerista Paul Guillaume. Nel 1915 assieme al fratello rientra in Italia per presentarsi al distretto militare, ma per una forte depressione, non viene inviato al fronte, viene invece trasferito a Ferrara, dove esegue lavori d'ufficio. Qui conosce de Pisis e il poeta Corrado Govoni e, attraverso Soffici, Carlo Carrà. Entrato in contatto anche con il gruppo Dada, partecipa ad una mostra a Zurigo. Nel 1918 si trasferisce a Roma, dove espone alla I Mostra d'Arte Indipendente con Carrà, Prampolini, Riccardi, Soffici e Ferrazzi, mentre l'anno seguente tiene la sua prima personale alla Casa d'Arte Bragaglia e viene pubblicata la I monografia su di lui da "Valori Plastici". Nei primi anni Venti vive tra Roma, Milano e Firenze dove studia tecnica pittorica, apprendendo dal russo Nicola Locoff l'uso della tempera grassa verniciata. Nel 1921 allestisce una personale alla Galleria Arte a Milano e nel 1922 una alla Parigi Galèrie Guillaume presentato da Andrè Breton e a "La Fiorentina Primaverile" a Firenze, con presentazione di Morandi. Nel 1923 partecipa alla Quadriennale di Torino e alla Biennale di Roma; nel 1924 espone alla Biennale di Venezia, dove sarà presente anche nel 1942 e 1948, alla Galleria Pesaro di Milano, alla Casa d'Arte Bragaglia a Roma e inizia a lavorare per scena e costumi di numerose pièce teatrali. Pur continuando ad esporre in Italia, nel 1925 si stabilisce a Parigi, dove espone nel 1928 nella Galleria di Lèonce Rosenberg, cui decorerà un salone della casa con il ciclo dei Gladiatori. Nel 1933 rientra in Italia, a Firenze, ed espone alla Biennale di Venezia, l'anno seguente partecipa alla Triennale di Milano e nel 1935 alla Quadriennale di Roma, dove esporrà anche nel 1939. Nel 1936 soggiorna a Parigi, dove allestisce una personale, a New York da Julien Levy, partecipa a "Fantastic Art, Dada, Surrealism", al MoMa e collabora con le riviste "Harper Bazaar" e "Vogue". Nel 1939 si trasferisce a Parigi ed espone al Museum of Modern Art di Boston e alla Exhibition of talian Contemporary Art di New York, l'anno seguente espone alla Sala d'Arte della Nazione di Firenze e alla Galleria Barbaroux di Milano. Nel 1941 pubblica L'Apocalisse con venti litografie e un testo di Raffaele Carrieri e nel 1943 espone alla Quadriennale di Roma e allestisce una personale alla galleria Art of this Century di Peggy Guggenheim. Nel 1949 la Royal Society of British Artists di Londra gli dedica una personale; l'anno seguente a Venezia organizza l'Antibiennale in polemica con l'organizzazione. Gli anni Cinquanta sono dedicati alla realizzazione di scena e costumi di numerose opere teatrali, mentre negli anni Sessanta illustra alcuni capolavori come I promessi sposi e l'Iliade. Nel 1970 il comune di Milano gli dedica un'antologica a Palazzo Reale e nel 1974 è nominato Accademico di Francia. Muore il 20 novembre 1978 a Roma.
"Non bisogna dimenticare che la parola tecnica deriva dal greco tèchne, che vuol dire arte [...] non mi sono mai fermato ed ho sempre pensato [...] che la tecnica è tutto nella creazione d'arte [... ] non mi sono mai fermato ed ho sempre continuato a cercare, o sperimentare e a fare e rifare, per il coraggio dare alla mia pittura qualità sempre migliori e per poter lavorare sempre più sicuramente e liberamente." (Giorgio de Chirico, 1945)
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